Coumadin (warfarin) e terapia nutrizionale: due facce della stessa medaglia


Il Coumadin, farmaco anticoagulante orale, è ormai entrato a far parte dei farmaci di routine nel trattamento delle problematiche circolatorie e cardiovascolari, tanto da renderlo noto anche ai non addetti ai lavori.

La sua azione antagonista nei confronti della vitamina K, infatti, lo rende complemento essenziale nel trattamento di una vasta gamma di patologie, tra cui l’embolia polmonare, la trombosi venosa profonda, la trombosi murale intracardiaca, la tromboembolia arteriosa, per non parlare della principale causa di morte al mondo, l’infarto miocardico acuto.

La normalizzazione dell’INR (International Normalized Ratio), metodo universale per la valutazione del tempo di protrombina (PT), è indispensabile per mantenere in salute i soggetti che necessitano dell’utilizzo di questo farmaco. A seconda della specifica patologia l’INR andrà mantenuto entro determinati intervalli, che generalmente partono da un minimo di 2,0 fino a un valore massimo di 3,0.

In diversi casi il mantenimento dei valori corretti dell’INR risulta essere complicato da una serie di variabili esterne: il fumo di sigaretta, la sedentarietà e l’interazione con altri farmaci ne sono degli esempi. Una delle variabili alterative più importanti è sicuramente la dieta: l’assunzione contemporanea di alimenti ricchi di vitamina K, infatti, può peggiorare la funzionalità del Coumadin, andando così ad alterare i valori di INR.

Le principali categorie di alimenti ricche di vitamina K ( >100mcg/100g ), e quindi da moderare nelle loro assunzioni, sono le seguenti:

  • Vegetali verdi e/o a foglia verde: bieta, cavolo riccio, spinaci, cicoria, scarola, indivia, cime di rapa, cavolini di Bruxelles, lattuga, rucola, broccolo;
  • Spezie: salvia, prezzemolo, origano, basilico, erba cipollina;
  • Bevande analcoliche: tè Matcha (varietà di tè verde), tè nero;
  • Condimenti: olio di soia, maionese, margarina.

Non vanno assolutamente dimenticati gli alcolici. L’etanolo, infatti, interferisce con la metabolizzazione epatica degli anticoagulanti: quando viene assunto l’eliminazione del Coumadin è rallentata, con aumento consequenziale dell’effetto del farmaco. L’assunzione di quantità elevate in soggetti sotto terapia anticoagulante è quindi assolutamente da evitare.

Altro aspetto da non sottovalutare per chi necessita di terapia anticoagulante sono gli integratori a base di erbe: l’uso di questi prodotti è sconsigliato in quanto spesso si associano a variazioni non prevedibili dell’INR. Questo succede perchè non è noto il preciso ammontare di vitamina K contenuto in questi integratori.

È importante comprendere quindi che, assieme al corretto dosaggio del Coumadin, per chi soffre di eccessi di coagulazione del sangue è fondamentale seguire una dieta che vada a limitare il più possibile gli alimenti ricchi di vitamina K, che miri a moderare gli alcolici, che elimini il fumo di sigaretta e che incentivi uno stile di vita attivo. Solo con l’unione contemporanea di tutti questi aspetti sarà possibile effettuare una gestione mirata e soddisfacente della terapia anticoagulante.

Simone Magro è un biologo nutrizionista attivo in provincia di Treviso. La sana alimentazione è la sua vera passione: la vive ogni giorno grazie ai suoi pazienti e la trasmette sui suoi profili Facebook, Youtube e Linkedin.

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