L’antibiotico è una sostanza prodotta da un microrganismo capace di ucciderne altri. L’etimologia stessa del nome ne indica le proprietà, difatti deriva del greco e il suo significato è “contro la vita”.
Essi si suddividono in due macrocategorie:
- Batteriostatici, in grado di bloccare la riproduzione del batterio impedendone la scissione;
- Battericidi, in grado di uccidere direttamente il patogeno.
Storicamente la prima sintesi di un Antibiotici la si fa risalire alla scoperta casuale della Penicillina da parte del medico inglese Alexander Fleming nel 1928, la quale darà il via ad una cascata di eventi che porterà dieci anni ad ottenere la prima forma pura di antibiotico. E’ bene aggiungere a scopo nozionostico e di verità storica che già nel 1895 il medico molisano Vincenzo Tiberio dell’Università di Napoli descrisse le proprietà battericide di alcune muffe.
Il meccanismo d’azione si è modificato con il passare degli anni e dell’evoluzione della ricerca, infatti non agiscono tutti su un’unica struttura batterica, da qui nasce una classificazione in base alla loro capacità di azione che riportiamo qui di seguito:
- Attaccando la parete cellulare batterica: penicilline, cefalosporine, monobattami, carbapenemi, bacitracina, glicopeptidi (vancomicina) e cicloserina;
- Attaccando la membrana cellulare del batterio: polimixine;
- Interferendo con la sintesi degli acidi nucleici: chinoloni, rifampicina, nitrofurantoina, nitroimidazoli;
- Interferendo con la sintesi proteica: aminoglicosidi, tetracicline, cloramfenicolo, macrolidi, clindamicina, spectinomicina, mupirocina;
- Interferendo col metabolismo energetico: sulfamidici, trimetoprim, dapsone, isoniazide.
Se ne distungono ulteriori tre categorie in base al tipo di batterio sensibile all’antibiotico stesso:
- Cocchi e bacilli Gram-positivi (aerobi): Penicillina ad ampio spettro, Vancomicina;
- Cocchi e bacilli Gram-negativi (anaerobi): Cefalosporine, chinoloni, tertacicline, aminoglicosidi;
- Batteri Gram+ anaerobi: Penicillina, Clindamicina
Come qualsiasi farmaco anche la classe degli antibiotici è soggetta a reazioni indesiderate. Le più comuni sono: alterazione dell’alvo e reazioni allergiche che possono ovviamente portare a conseguenze più o meno gravi a seconda della quantità di antibiotico somministrato così dalla sensibilità del paziente. Altra conseguenza importante dell’uso degli antibiotici è quella che viene comunemente chiamata Multiresistenza, difatti il massiccio uso (e abuso) che ne è stato fatto negli anni ha portato ad un’inefficacia sia battericida che batteriostatica nei confronti di molti organismi patogeni, questo purtroppo sta divenendo con il passare del tempo un problema molto importante all’interno dei luoghi di cura e assistenza.
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