La biopsia è un intervento di natura medica che consiste nel prelievo da un essere vivente di un frammento di materiale a scopo diagnostico, in modo tale da avere un risultato istopatologico che confermi o smentisca l’ipotesi di diagnosi.
Il prelievo può essere effettuato per via percutanea o per via endoscopica durante magari un intervento. Solitamente il campione di materiale prelevato viene inviato ad un laboratorio di anatomia patologica dove viene processato. Per consentire l’allestimento di preparati osservabili solitamente il campione di tessuto prelevato viene “fissato” con della formalina ed “incluso” nella Paraffina, dopo di che sarà scisso in pezzetti di circa 2-4 micron che saranno analizzati e osservati dal patologo tramite strumentazioni come il microspio elettronico.
La biopsia oramai rappresenta una procedura fondamentale nell’elaborazione della diagnosi, nello sviluppo di un’eventuale prognosi ma soprattutto quindi il chirurgo nella valutazione pre-operatoria andando a creare un quadro completo della situazione clinica del paziente.
- Biopsia del midollo osseo: procedura invasiva a scopo diagnostico atta ad individuare numerose patologie ematiche. La procedura consiste nel prelievo di un piccolo quantitativo di midollo emopoietico tramite un ago di diametro piuttosto ampio. Negli adulti il prelievo viene fatto in genere dalla cresta iliaca (parte di un osso del bacino). Per quanto riguarda la parte infermieristica è di competenza dell’infermiere la spiegazione al paziente della procedura che si andrà ad effettuare, così come il monitoraggio dei parametri vitali prima, durante e dopo l’intervento, la creazione di un ambiente confortevole, la preparazione del Kit con cui si effettuerà il prelievo, il mantenere il paziente nella posizione più idonea (è di vitale importanza l’assenza di movimento) così come della raccolta del liquido e l’invio al laboratorio di anatomia patologica del campione istologico. Una volta terminata la procedura si attuerà un riempimento ipovolemico, si valuterà l’eventuale comparsa di dolore post-operatorio, la ripresa della diuresi e la normale motilità degli arti inferiori.
- Biopsia epatica: procedura atta al prelievo di una piccola porzione di tessuto epatico a scopo diagnostico. l primo aspirato di fegato è stato eseguito dal medico tedesco Paul Ehrlich nel 1883. La tecnica di biopsia percutanea epatica è del 1920. Al giorno d’oggi parliamo di un intervento sicuro ma comunque invasivo, le complicanze sono rare ma potenzialmente letali. La maggior parte delle complicanze (60%) si verificano entro le due ore e il 96% entro le 24 ore successive alla procedura. Circa il 2-3% dei pazienti sottoposti a biopsia epatica richiedono l’ospedalizzazione per la gestione di un evento avverso. Il 30% dei pazienti avvertono dolore significativo durante la procedura. Sanguinamenti importanti dopo una biopsia del fegato si verificano in 1-2 pazienti su 100. Il sanguinamento di solito si manifesta entro le tre o quattro ore.
- Biopsia prostatica: consiste nell’eseguire il prelievo di alcuni frustoli di tessuto prostatico sotto guida ecografica trans rettale e con anestesia locale superficiale ed una più profonda del plesso nervoso periprostatico. Per mezzo di un ago sottile che attraversa il perineo vengono prelevati un numero variabile di campioni. È un intervento che oramai viene svolto in regime ambulatoriale adiuvato da un’anestesia locale e tramite l’uso della tecnologia ecografica viene inserito un ago di piccolo calibro attraverso il perineo. Le zone interessate alla biopsia sono otto, a destra e a sinistra: apice, laterale, base, transazione. L’infermiere è responsabile della raccolta anamnestica, dell’informativa prima e dopo la procedura, della preparazione del paziente, dell’allestimento del materiale necessario, l’assistenza all’urologo durante l’intervento, della conservazione dei campioni per l’invio al laboratorio di analisi e soprattutto della sorveglianza dei possibili eventi avversi che possono essere:
- Bradicardia
- Tachicardia
- Profusa sudorazione
- Capogiri
- Lipotimia
- Sindrome vagale
- Bocca impastata
- Formicolii alle estremità.
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