Il bypass gastrico è un intervento di chirurgia bariatrica ad azione prevalentemente funzionale, in quanto raggruppa le due componenti d’azione di gastrorestrizione e di malassorbimento applicato a persone che presentano estrema obesità patologica. Esso permette un calo ponderale del peso grazie appunto alla capacità di anticipare la sensazione di sazietà (viene ridotto lo stomaco) insieme al non assorbimento di una grande parte del cibo assunto dal paziente. La prima applicazione di tale intervento risale al 1966 ad opera del chirurgo Edward Mason, inizialmente intenzionato a trovare una soluzione per l’Ulcera Peptica. Viene applicato anche in caso di Sindrome Metabolica e Diabete Mellito di tipo 2.
Principalmente di suddivide in due tipi:
- Gastroplastica Verticale;
- Bendaggio Gastrico.
Gli svantaggi legati a questo tipo di intervento sono legati alla complessità dell’operazione rispetto alla resezione gastrica classica, possibilità di dolori addominali, senso di stanchezza e affaticamento (astenia), deficit di Folati e Vitamina B12, squilibri elettrolitici, Sindrome da Dumping in un 10% dei pazienti mentre in un altro 20% si evidenziata la comparsa di Metaplasia Intestinale.
Per quanto riguarda i vantaggi sono numerosi. Nei vari follow-up clinici risulta una diminuzione drastica del peso del 60-70% nei due anni successivi all’intervento, dati statistici che invece peggiorano nello studio a 10 anni successivi all’operazione, con un 17% dei pazienti che recuperano il peso nei 5 anni e il 60% nella decade successiva. Questi dati sono la dimostrazione che vi è ovviamente la necessità di affiancare all’intervento un percorso di psicoterapia, in quanto in molti contesti l’obesità è legata ad un aspetto mentale patologico.
Ulteriori studi clinici degli ultimi anni evidenziano una scomparsa del Diabete legato al sovrappeso in un buon numero di pazienti nei due anni successivi senza ricomparsa, così come una netta agevolazione della terapia farmacologica legata alla patologia, confermando quindi quanto pubblicato dal New England Journal of Medicine nel 2012.
Per quanto concerne l’infermiere essere svolge una parte fondamentale sia nella fase pre-operatoria (accettazione, eventuali esami ematici, colloquio con la persona, raccolta anamnestica), in quella intra-operatoria (infermiere di sala circolante e ferrista) e in quella post-operatoria (controllo del dolore, ripresa della diuresi spontanea, mobilizzazione, parametri vitali). Gioca un ruolo fondamentale anche nel follow-up del paziente sottoposto a tale intervento, non sono rare le dimissioni con medicazioni che richiedono una gestione infermieristica a domicilio, la cui permanenza varia a seconda della tipologia e dell’attenzione della persona stessa. Si occuperà anche di monitorarne lo stato di salute una volta a casa, come si sente, quali sono le condizioni generali e se il calo ponderale del peso presenta complicanze o meno.
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