Catetere Vescicale


L’inserimento di un catetere vescicale rappresenta per la nostra categoria professionale una delle manovre più importanti, sia per la frequenza con cui viene svolta, sia per l’importanza che riveste. 

Partiamo con il dire che inserire un catetere vescicale nella stragrande maggioranza dei casi è una manovra dolorosa per i pazienti (eccezion fatta per chi si trova in uno stato di sedazione), così come difficoltosa è la permanenza in sito per la persona stessa aldilà del periodo in cui appunto dovrà mantenerlo. La procedura si effettua sempre come ultima risorsa (a causa delle complicanze che vedremo in seguito) a scopo evacuativo o diagnostico. 

Iniziamo parlando di quali e quanti tipi di catetere vescicale esistono e ogni giorno vengono usati nella pratica clinica. La suddivisione che noi ripoteremo in seguito altro non è che la diretta conseguenza delle scelte che noi infermieri operiamo quotidianamente, difatti in base al paziente che ci troviamo davanti, alla sua diagnosi o prognosi, all’eventuale percorso che dovrà seguire successivamente decidiamo che tipologia di presidio adoperare.

Tipologie:

  • Foley: ha l’estremità dotata di un palloncino, risulta morbido e confortevole.
  • Mercier: cv semi-rigido presenta la punta arrotondata dotata di uno o due fori di drenaggio con una curvatura compresa tra i 30 e i 45 gradi così da permetterne il passaggio anche nell’uomo con uretra prostatica o membranosa.
  • Couvelaire: cv semi-rigido, presenta una bocca di flauto con due fori laterali, si utilizza in caso di emorragia vescicale o prostatectomia radicale.
  • Nelaton: usato principalmente nella donna, ha una parte distale rettilinea e arrotondata con due fori di drenaggio tra loro contrapposti.
  • Tienmann: cv semi-rigido, con estremità di forma conica e dall’angolatura di 30 gradi, usato principalmente nei casi di restringimento uretrale maschile.
  • Dufour: cv semi-rigido e dotato di palloncino di ancoraggio, presenta all’estremità distale una forma a becco di flauto con curvatura di 30 gradi e due fori tra loro contrapposti. Indicato nel caso di tamponamento vescicale e relativa ematuria.

Calibro: viene riportato con l’utilizzo della Scala di misura Charriere (CH) secondo la quale 1 Ch equivale a 1/3 mm. In base alla situazione a cui ci troviamo di fronte sceglieremo un diametro differente:

  • 12-14 ch: utilizzati in caso di urine chiare;
  • 16-18 ch: con urine torbide;
  • 20-24 ch: macroematuria e piuria.

Numero di vie: i cv possono presentare più di una via di drenaggio, questo perché in taluni casi il posizionamento dello stesso è avvenuto per permettere il lavaggio di una zona (vescica) non altrimenti accessibile.

  • Ad una via: utilizzato per cateteri a intermittenza o temporanei;
  • A due vie: una che permette il drenaggio delle urine e l’altra il gonfiaggio del palloncino di ancoraggio tramite apposita valvola;
  • A tre vie: dotato di una via per il drenaggio, una per l’ancoraggio e una terza per consentire l’irrigazione vescicale.

Materiale: oltre all’evitare possibili reazione allergiche la scelta del materiale è di fondamentale importanza in quanto la composizione stessa varia il tempo di permanenza del cv in vescica.

  • Catetere in lattice: è il presidio che risulta più morbido ma la permanenza in sede è molto più breve (circa una settimana) proprio in virtù della composizione stessa in quanto la gomma purificata può favorire reazioni allergiche o la formazione di incrostazioni.
  • Catetere in Silicone: morbido, inerte ed estremamente biocompatibile, può rimanere in sede fino a 30 gg.
  • Catetere in Hydrogel: lattice con rivestimento polimerico idrofilo, risulta delicato sulla mucosa uretrale, abbassa sensibilmente la possibilità di incrostazioni e formazioni batteriche.
  • Catetere in PVC: presenta un basso rischio di irritazione della mucosa uretrale, indicato nel cateterismo intermittente, si presenta anche in formati autolubrificanti.

Consistenza: ovviamente variano anche in base alla loro eventuale rigidità e confort nell’inserimento.

  • Molli: costituiti da gomma, lattice o silicone, sono quelli che garantiscono maggiore confort.
  • Semi-rigidi: sono fatti di gomma o plastica, vengono solitamente usati in caso di restringimento uretrale, ipertrofia prostatica, emorragia vescicale, abbondante ematuria.
  • Rigidi: costituiti da materiale sintetico, si usano in casi molto rari e particolari, generalmente come “dilatatori”.

Procedura di inserimento del catetere vescicale

Questa procedura rappresenta pur sempre una procedura invasiva, per questo prima di procedere è necessario un accurato accertamento dello stato di salute del paziente, una valutazione anamnestica, il confronto con il medico.  Bisogna sottolineare come l’evoluzione della nostra figura stia portando a nuovo frontiere di intervento, basti pensare che in numerosi pronti soccorsi e reparti di degenza è sempre più di uso comune tra gli infermieri l’uso dell’eco per la valutazione del quantitativo di urine in vescica. Nel caso in cui l’inserimento del cv sia inevitabile si procede alla preparazione del kit con il materiale, solitamente composto da:

  • Telino sterile
  • 2 paia di guanti sterili
  • Antisettico
  • Lubrificante
  • Siringa da 10 ml di fisiologica
  • Telino sterile
  • Telino sterile forato
  • Batuffoli di cotone.

Prima dell’inserimento è buona norma procede ad un igiene perineale per ridurre la flora batterica che potrebbe essere trascinata in vescica con l’inserimento del catetere. Fatto questo si apre il Kit e si indossa il primo paio di guanti, una volta indossati andremo a preparare il campo sterile su una superficie piana e dove sia facilmente raggiungibile. 
Fatto tutto questo si procede all’inserzione del catetere che ovviamente richiede una tecnica differente per l’uomo e la donna. Vi riportiamo qui di seguito entrambe:

Uomo: 

  1. abbassa il prepuzio e con movimenti circolari decontamina la zona dal meato urinario fin verso lo scroto;
  2. rimuove il primo paio di guanti sterili;
  3. apre le confezioni di catetere e sacco di raccolta e li ripone sul campo sterile;
  4. indossa il secondo paio di guanti sterili;
  5. collega il catetere alla sacca di raccolta;
  6. introduci alcuni ml di soluzione fisiologica nel catetere per verificare la funzionalità del palloncino di ancoraggio;
  7. posiziona il telino sterile fenestrato intorno all’area genitale del paziente;
  8. lubrifica il catetere con una parte del lubrificante in dotazione;
  9. introduci in uretra il restante quantitativo di lubrificante mantenendo la sterilità della mano dominante;
  10. introduci il catetere mantenendo il pene in posizione perpendicolare rispetto all’addome;
  11. appena si percepisce una resistenza al passaggio del catetere, sposta il pene in posizione orizzontale rispetto all’addome;
  12. verifica la fuoriuscita di urina nel sacco di raccolta a garanzia del corretto posizionamento in vescica del catetere.

Donna

  1. decontamina il meato urinario partendo dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno;
  2. rimuove il primo paio di guanti sterili;
  3. apre le confezioni di catetere e sacco di raccolta e li ripone sul campo sterile;
  4. indossa il secondo paio di guanti sterili;
  5. collega il catetere alla sacca di raccolta;
  6. introduci alcuni ml di soluzione fisiologica nel catetere per verificare la funzionalità del palloncino di ancoraggio;
  7. posiziona il telino sterile fenestrato intorno all’area genitale della paziente;
  8. lubrifica il catetere e lo introduce nel meato urinario;
  9. verifica la fuoriuscita di urina nel sacco di raccolta a garanzia del corretto posizionamento in vescica del catetere.

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