Descrizione
Arrivata in Crimea, Mary Seacole riesce a convincere Florence Nightingale ad incontrarla presso l’ospedale Barrack di Scutari. Egli stessa riferisce che la “signora con la lampada” fu molto amichevole:
“Cosa vuole, signora Seacole? Possiamo fare qualcosa per lei? Se è in mio potere, ne sarò molto felice”.
L’incredibile avventura, un bestseller all’epoca e una delle poche testimonianze dell’esperienza nera in epoca vittoriana, raggiunge inspiegabilmente l’Italia solo dopo un secolo e mezzo. Di Mary Seacole emergono un’immensa forza di volontà e una determinazione ostinata con cui attuava i suoi progetti, lottando contro i pregiudizi razziali e di genere che caratterizzano l’epoca in cui vive. Qualunque sia la storia completa della sua lunga e insolita vita, Mary Seacole è una figura stranamente moderna. Rischiò la vita per curare le vittime militari di una guerra catastrofica e condivise con le truppe gli orrori di un conflitto brutale e vittoriano.
Immergendoti in questa avventura, non potrai non ammirarla per la curiosità con cui si approccia alla medicina, mettendo in atto diversi rimedi ed imparando dai suoi errori, addentrandosi in situazioni estreme, dove la sensibilità di ognuno di noi sarebbe stata messa a dura prova. “Mamma” Seacole è stata la madre di molti soldati lontani da casa durante la guerra di Crimea, quel barlume di calore domestico arricchito da una grande maestria professionale.
Ripercorrendo le sue avventure, potremo avere un’immagine del mondo all’epoca in cui viveva: l’America Centrale, Londra, la Crimea e gli infiniti viaggi per raggiungere ogni meta. Nel 2017, The Guardian annovera la sua autobiografia nella lista dei migliori 100 libri di saggistica (non-fiction).
“Avevamo poco tempo per pensare ai morti. Il nostro compito era quello di occuparci di coloro in fin di vita che potevano ancora essere salvati. Il suolo era completamente ricoperto di feriti. Alcuni erano calmi e rassegnati, altri impazienti ed agitati e altri ancora riempivano il silenzio con le loro grida di dolore e tutti erano desiderosi di acqua, o altre cose sostanziali, e grati a coloro che gliene procuravano.”
Traduzione: Anna Uez
Introduzione: Alessandro Stievano
Hanno contribuito: Camilla Zonzini, Hamilton Dollaku, Simone Ghiribelli